Il 4 marzo, data delle prossime elezioni politiche, ormai è a un soffio: i candidati si sono già esposti quanto potevano e continuano a farlo per combattere un duro duello a suon di promesse e accuse reciproche. Secondo i sondaggi odierni, in pole position c’è la coalizione del centrodestra, con Salvini e Berlusconi, seguita dal centrosinistra e dal Movimento 5 Stelle. I temi portati in campo sono più o meno sempre gli stessi, accompagnati da promesse sulle quali in tutti i casi non si riesce a non sperare, nonostante si guardino sempre attraverso un velo di scetticismo e di sfiducia.
D’altronde gli italiani non si possono certo biasimare: a fronte dei continui scandali di corruzione, di stipendi milionari, di vacanze e banchetti fatti gravando sulle spalle dei contribuenti, è difficile fidarsi a occhi chiusi della classe politica. La realtà dei fatti ciononostante non cambia: i giorni che distanziano l’oggi dal 4 marzo sono sempre meno e, quindi, tutti i cittadini assistono quotidianamente con attenzione ai duelli verbali dei candidati alle elezioni politiche. Per fare una scelta corretta, tuttavia, bisognerebbe avere ben in testa, non solo il partito di appartenenza di un candidato, ma anche il suo programma politico. Leggendo questo poi, in base ai personali valori e alle proprie idee e priorità, è possibile effettuare una scelta consapevole.
I programmi di queste elezioni politiche
A promettere pensioni migliori, servizi d’eccellenza, la riduzione delle tasse, attenzione alla sanità e all’istruzione, sono bravi tutti, ma bisogna poi vedere se le cose si mettono poi realmente in pratica e se ci sono i mezzi per farlo. In sostanza la domanda a ogni proposta dei diversi partiti, è se ci siano i fondi per realizzarla e, se non ci sono, dove si faranno i tagli per trovarli. Ogni programma prevede degli obiettivi generali, che si dovrebbero raggiungere a un costo variabile di miliardi di euro nel giro di un dato numero di anni. La stima ovviamente è approssimativa, proposta da economisti esperti, che però non tengono conto dei tanti problemi che un Paese deve affrontare, compresa l’evasione, che in Italia conta cifre esorbitanti.
I vari partiti e i loro programmi
A sinistra il Pd propone una serie di norme da applicare nel corso di 5 anni e che avrebbero un costo di 35miliardi, cifra giudicata un po’ bassa da alcuni economisti. Renzi si propone di ridurre il debito pubblico del Pil in un decennio, ma bisogna vedere se poi a conti fatti la manovra è applicabile anche in relazione alle scelte di Bruxelles. Credibile invece il taglio dell’Ires dal 24% al 22% su esempio dei provvedimenti presi di recente dal presidente Trump, che ha ridotto l’aliquota di prelievo al 21% sulle società.
A destra, si è già fatta molta fatica a trovare un compromesso per avere obiettivi comuni e di cifre nemmeno si parla. Si parla, per esempio, di un’aliquota unica per famiglie e imprese, ma non si sa a quanto ammonti. Nella coalizione di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia Udc si avanzano tante tematiche, come l’azzeramento della povertà, la contrarietà alle politiche di austerità, il rimpatrio dei clandestini, l’introduzione della legittima difesa, l’occupazione, ma, di fatto, non si accenna né a cifre, né a costi. Le poche cifre citate dai vari rappresentanti sono differenti per ogni singolo partito, quindi il quadro è tutt’altro che chiaro. Così anche per il Movimento 5 stelle che, per esempio, ha proposto l’eliminazione di centinaia di leggi, senza dire tuttavia quali.