Affanno e dolori al petto: cause e quando andare dal medico

Durante l’arco della vita può capitare di soffrire di affanno (dispnea) o di dolori al petto (angina pectoris). Ci sono dei casi in cui l’affanno e i dolori al petto sono fisiologici, magari dopo uno sforzo fisico intenso o all’attività fisica. Dopo l’esercizio fisico, infatti, la frequenza respiratoria e la frequenza cardiaca aumentano, perché i muscoli hanno avuto bisogno di un apporto di ossigeno maggiore. Passato lo sforzo, generalmente in pochi minuti questi parametri ritornano normali. Tuttavia, un dolore al petto che dura più di 30/40 minuti, associato ad affanno e ad altri sintomi, potrebbe essere indice di un infarto. In questo caso, e in altri casi che vedremo dopo, è quindi importante effettuare una visita cardiologica a Roma per valutare la situazione. Se i sintomi sono indice di patologia, ci sarà bisogno di intervenire in maniera opportuna.

 

Dolore al petto: quali sono le cause

 

L’angina pectoris, o dolore al petto, è caratterizzata da dolore intenso al torace che può irradiarsi lungo tutto l’arto superiore o anche fino alla mandibola e posteriormente alla schiena. Ci sono tre tipi di angina: l’angina stabile (che subentra dopo uno sforzo fisico), l’angina instabile (che si manifesta improvvisamente, anche a riposo) e l’angina secondaria (successiva a patologie extra-arteriose). La causa dell’angina è da ricercarsi in un mancato afflusso momentaneo di sangue al cuore, dovuto a un’ostruzione temporanea delle arterie cardiache. Di conseguenza, il cuore riceve anche meno ossigeno e subentra il dolore.

 

Dispnea o affanno: cause, quando c’entra il cuore

 

La dispnea è una sensazione di mancanza di fiato e difficoltà a respirare. Può essere temporanea oppure cronica ed esordire in maniera graduale oppure improvvisa. Anche uno stato emotivo di ansia o di stress può provocare dispnea. L’affanno può però associarsi a dolore al petto, sudorazione, estremità fredde, tremore, nausea e vertigini ed essere tra i sintomi dell’infarto del miocardio. In questo caso è opportuno allertare i soccorsi chiamando il 118 oppure il 112 se disponibile. E, nel frattempo, assistere la persona con delle manovre di RCP, rianimazione cardiopolmonare, oppure usando un defibrillatore per ridare impulsi elettrici al cuore.